Volo in montagna

Circa 5-6 anni fa, io PPL con poche decine di ore, ai comandi un altro ragazzo che invece il PPL lo aveva appena preso. Cessna 172. Intenzioni: Padova-Bolzano.

Eravamo quasi all’inizio dell’inverno e il cielo era completamente sgombro di nubi, nessuna foschia, temperature basse.

PECCATO che traditi da questo meteo apparentemente così "ospitale" non ci siamo preoccupati più di tanto di dare un occhio ai bollettini e in particolare all'AIRMET ("sì vabbè è roba per piloti di linea"). Se lo avessimo guardato avremmo letto MOD TO SEV TURB OBS AND FCST ALPS AREA (turbolenza da moderata a severa riportata e prevista nell'area alpina).

Noi belli baldi partiamo, la rotta sarebbe stata Padova - sorvolo Asiago - Laghi di Levico/Caldonazzo - sorvolo Trento - Bolzano. Ebbene, a circa 8500 ft quando ormai eravamo presso i laghi, improvvisamente senza alcuna avvisaglia l'aereo comincia a scuotersi violentemente.

Il pilota ai comandi fatica a tenere l'assetto, l'anemometro inizia una danza isterica. Smaltito il botto di paura iniziale il primo pensiero va a diminuire la velocità per assicurarci di restare in arco verde. Dopodiché credo di poter serenamente dire che abbiamo perso abbastanza di lucidità. Il ragazzo ai comandi, senza aver mai avuto alcuna esperienza pregressa in merito, inizia ad andare in panico. Prendo i comandi io nonostante non abbia molta più esperienza di lui e procediamo a tentoni. Proviamo a scendere per vedere se magari la turbolenza cessa a strati più bassi. Niente da fare. Almeno viaggiando relativamente lenti siamo certi che non ci siano problemi strutturali. In qualche modo, nemmeno io so come, riusciamo ad arrivare a Trento, dove l'AFIU ci avverte che al suolo ci sono raffiche a 20-25 nodi. A quel punto ci pare chiaro che procedere per Bolzano non sia l'opzione più furba. Comunichiamo il rientro a Padova, ma la battaglia non è ancora finita. Siamo in val d'Adige, che per l'occasione diventa un mostruoso "tubo di Venturi": i venti che soffiano sostenuti da nord si incanalano nella valle e provocano discendenze intense su entrambi i lati, quindi il "trucco" di buttarsi sulla fiancata soleggiata per sfruttare correnti ascensionali non funziona. La potenza del mezzo è limitata, non riusciamo a contrastare il moto discendente nemmeno con manetta tutta dentro. 500 ft/min a scendere, costanti. 4000, 3500, 3000 ft.

Alla fine arrivati a 2500 ft l'aereo si livella. Il ragazzo a sinistra è totalmente andato via di testa, io sono impaurito e a furia di sballottarmi inizia pure a venirmi mal d'aria. Miracolosamente, a sud di Trento, così improvvisamente come era venuta, la turbolenza sparisce.

Proseguiamo finalmente con un minimo di tranquillità il volo, sbucando verso Verona Boscomantico. Da lì grazie all'ottima visibilità ci orientiamo senza bisogno di tante cartine; Vicenza, Padova. Atterriamo e consegniamo l'aereo all'officina per controlli strutturali, nel caso.

Ci verrà poi confermato dopo qualche giorno che l'aereo era OK, nessun danno riportato.

Non toccai più un aereo per un mese almeno. Il mio primo volo dopo quell'esperienza fu con istruttore a bordo, e non prima di aver fatto un full immersion con un pilota di esperienza e con specifiche qualifiche per il volo in montagna.

Insegnamenti che ne ho tratto:

  • diffidare del volo in montagna quando il cielo è molto terso e il meteo pare meraviglioso.
  • Evitare le ore centrali, quando il riscaldamento solare dei costoni raggiunge il picco amplificando la turbolenza.
  • Ma soprattutto: leggere tutti i bollettini meteo prima di partire.

Filippo Santinello